Friday, January 3, 2025
POESIE DELLA MORTE"
NINNA, NANNA PILLOLINA
Tanti auguri a me,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Ti chiedi come sto,
dal mattino alla sera?
I gesti si ripetono,
per non impazzire,
non pensare.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Ti prendo,
non mi ricordo più il dolore,
metto le cuffie per non sentire le parole,
l'ipocrisia che cade dal ciel in giù.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Un regalo inappropriato,
di cattivo gusto,
mal pensato,
sarà uno dei paragrafi nel libro, a dire il vero,
non rappresenterà l'educazione,
esprimerà solo la maleducazione.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Sono un artista in continua mutazione,
cambio così velocemente,
aspirando alla perfezione.
Sarò forte,
sarò perfetto,
sarò come l'angelo maledetto.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Le conseguenze indelebili,
del trauma profondo,
complesso,
scattano ad ogni associazione
e non mi sento più al sicuro,
da nessuno,
nessuna parte,
neanche da me stesso,
bloccato nell'ascensore con me stesso.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Pillole amare scorrono in gola,
il veleno che avanza non lascia parola.
Io ho scelto l'arte,
come dono fatale,
ma sappi che tutto è uguale.
Tutto è noioso,
insignificante,
la gioia dura forse solo un istante.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Tanti auguri a me e non a te.
Da adesso in poi,
il karma non sbaglierà
e giustizia divina manifesterà.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Il pensiero ossessivo mi stringe il cervello,
un eco che urla:
"Non sarai mai più felice, pillolina.
Sarò il tuo cancro.
Invaderò la tua realtà,
espanderò le mie mutazioni,
con velocità."
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Parole su parole,
incise nella mente,
tradotte nel libro DELLAMORTE.
Le lettere scorrono,
leggi,
rileggi,
non capisci,
fantastichi e impazzisci.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Ogni azione è d'ispirazione,
per creare l'arte,
darle vita all'emozione.
Sarò ancora più forte,
sarò la perfezione,
rappresenterò la tua imperfezione,
aprirò le porte dell'inferno,
per questa occasione.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Quando il mondo si sgretolerà,
sarò lì,
a guardare senza parole.
Non proverò emozioni,
compassione,
empatia.
Sarò lì a osservare,
pregando la morte di ritardare.
Sarò lì a leggere il libro DELLAMORTE,
all'infinito,
fino all'attimo predefinito.
Questa poesia, intitolata "NINNA, NANNA PILLOLINA," rappresenta un potente sfogo emotivo, una confessione poetica che intreccia esperienze personali di violenza, trauma e resilienza. Nasce dall'esperienza di essere vittima di abusi di varia natura, psicologici ed emotivi, che hanno lasciato segni profondi e indelebili.
Uno degli eventi scatenanti è stato un regalo crudele ricevuto per il cinquantesimo compleanno: una lettera di sfratto. Questo gesto, impregnato di ipocrisia e insensibilità, ha rappresentato il culmine di un accumulo di dolore e di ingiustizie. La lettera è simbolo della mancanza di empatia e dell'indifferenza che caratterizzano certi rapporti e situazioni di vita. Un dono amaro, "di cattivo gusto," che diventa il fulcro di una riflessione sull'ingiustizia e sulla maleducazione di chi lo ha inviato.
La "pillolina" menzionata nella poesia è una metafora per la dipendenza, sia fisica che emotiva, da qualcosa che aiuta a sopravvivere: può essere una medicina, un'idea, un'abitudine o un meccanismo di difesa. Tuttavia, la pillolina non è "innocente né carina"; è un simbolo ambivalente, che allevia il dolore ma al contempo perpetua la condizione di sofferenza. Essa diventa il filo conduttore di una ninna nanna distorta, un canto ossessivo che non porta pace ma che accompagna il protagonista nel suo viaggio tormentato.
La poesia si snoda tra immagini di dolore, alienazione e resilienza. Si parla di blocchi psicologici ("bloccato nell'ascensore con me stesso"), di un senso di insicurezza onnipresente e di lotta contro i pensieri ossessivi. Tuttavia, emerge anche una ricerca artistica, una trasformazione personale che cerca di canalizzare il trauma in creazione: "Io ho scelto l'arte, come dono fatale."
Il messaggio finale è ambivalente: da un lato, c'è la consapevolezza dell'imperfezione e della fragilità della condizione umana; dall'altro, emerge la forza dell'arte come strumento di resistenza e rinascita. La poesia non cerca di abbellire il dolore, ma di trasformarlo in un mezzo per comprendere e accettare, senza mai perdere la speranza nella possibilità di una rinascita spirituale e creativa..
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